La nostra storia

Estratti da "TRACCE VIVE"


Riflettendo sulle vicende del nostro tempo, mi viene spesso da pensare che oggi viviamo come se fossimo senza radici e senza speranza.

Immersi in un presente spesso caotico, restiamo prigionieri della necessità di “consumare” l’attimo presente che ci sfugge e neghiamo il passato perché “sorpassato” e il futuro perché non ci crediamo.

Ecco perciò il senso di questa nostra storia: il nostro presente è frutto di uomini e di donne che hanno sofferto, amato, costruito. È un patrimonio di umanità che non possiamo far finta di non vedere. Leggendo questa nostra storia incontriamo tante persone che hanno contribuito a costruirla e noi ne siamo il patrimonio vivente. Ma un patrimonio che, a sua volta, diventa parte di quella storia che non è ancora compiuta. Stiamo scrivendo un presente che consegneremo ai nostri figli come quello che di più bello e di più prezioso abbiamo, per costruire un futuro di speranza.

 

Don Liviano Polato

Parroco di Santa Maria della Pace


Prefazione

Questa storia è lo specchio delle profonde trasformazioni antropologiche e culturali che in cinquant’anni si sono prodotte nelle nostre terre. Esse ci stanno davanti come una provocazione impegnativa, a volte anche dolorosa, ma sempre affascinante con cui il Padre celeste che guida la famiglia umana ci chiama a vivere la nostra fede e a dar ragione della speranza che è in noi.

In molta parte di questa storia mi sono riconosciuto; vi ho trovato molti tratti della mia vita di bambino e di ragazzo («Dai pantaloni di papà saltava fuori un paio di pantaloni corti per me e dalla camicia di papà una per me con un pezzo mancante in basso per fare un collo nuovo, tanto andava dentro i pantaloni e non si vedeva»; o il cestino dell’asilo con il secondo perché le suore preparavano solo la minestra; o l’uso pressochè universale degli zoccoli perché le scarpe erano riservate, quando c’erano, alle grandi occasioni…).

La parrocchia è un luogo prezioso perché questa storia di fede e perciò di umanità pienamente realizzata venga custodita, perché le sue radici vigorose possano alimentare la vita dell’oggi.

Senza memoria, infatti, né il singolo uomo né il popolo possono crescere e maturare.

La comunità cristiana è un potente luogo di unità: dal Sacrificio Eucaristico che si rinnova ogni giorno sull’altare la grazia della comunione si irraggia su tutti i luoghi del quotidiano in cui si snoda la vita di ogni uomo, dei suoi affetti e del suo lavoro.

Nella comunità cristiana l’unità diventa capace di accogliere ogni diversità, guardandola non con sospetto o diffidenza, ma come una risorsa. La storia della vostra parrocchia, che in questi cinquant’anni ne ha già dato forte testimonianza, è chiamata ad affrontare con rinnovata energia oggi quel “meticciato” di civiltà e di culture che si sta sempre più affermando anche nel nostro territorio.

In sintesi mi pare che anche per una realtà come la vostra valga il giudizio espresso da Papa Benedetto a Verona sulla realtà ecclesiale italiana; «La Chiesa qui è una realtà viva che

conserva una presenza capillare in mezzo alla gente di ogni età e condizione» (Benedetto XVI, Discorso ai partecipanti al IV Convegno Nazionale della Chiesa italiana, Verona, 19.10.2006). Tantissimi sarebbero gli esempi tratti da questa vostra storia che potrei portare a sostegno del giudizio del Papa. Mi limito a citarne alcuni come segno di una vitalità che fa ben sperare circa la vostra capacità di affrontare le nuove sfide di questo inizio del terzo millennio: la vivacità dei Gruppi d’Ascolto, del Centro culturale, del Gruppo Sposi nell’impegnativo lavoro dell’educare al pensiero di Cristo; il costituirsi in Associazione del Patronato o la multiforme realtà dell’istituto Berna nel rispondere a quel bisogno educativo che, in un’epoca di grande travaglio come quella che stiamo vivendo, assume sempre più i caratteri di una vera e propria emergenza.

Come dicevo in un’altra occasione «è necessario il coraggio semplice di essere Chiesa, popolo di Dio che attraversa la storia, tutta la storia, testimoniando la bellezza dell’evento integrale di Gesù Cristo che, nella forma della comunione, ci apre alla salvezza eterna donandoci come caparra il centuplo quaggiù»

(Come nasce e come vive una comunità cristiana,MarcianumPress 2007).

 

Leggendo questo libro l’ho toccato con mano. Ve ne sono grato e vi incoraggio a continuare

così.

+ Angelo card. Scola

Patriarca di Venezia


Introduzione

Con la rievocazione delle origini della nostra Comunità Cristiana radicata nel territorio di Bissuola (Mestre) e la documentazione degli avvenimenti che hanno caratterizzato la vita della nostra parrocchia, si vuole offrire uno strumento di conoscenza storica e manifestare la nostra riconoscenza a quanti li hanno vissuti e ne sono stati artefici, pur nella  diversità dei ministeri e dei servizi, ma uniti nella missione di edificazione della nostra Chiesa.

Nell’esposizione si è cercato di raccontare l’evolversi e il progredire della nostra Comunità parrocchiale anche attraverso la cronaca delle più importanti celebrazioni liturgiche e delle diverse attività pastorali, nonché attestare l’impegno dei presbiteri ed animatori laici.

Si è creduto altresì opportuno proporre una descrizione ed illustrazione della nostra chiesa e della chiesetta di Via Bissuola (ex Oratorio Marini) per quanto attiene agli edifici ed al loro patrimonio artistico.

Questa ricognizione ci ha riservato alcune interessanti gradite sorprese, sia riguardo ai soggetti sacri rappresentati nelle opere, sia per gli artisti che le hanno prodotte. Di tutto questo si è cercato di dar conto attraverso una minuziosa ricerca, condotta con dovizia di particolari, riportando per quanto possibile la datazione e le tecniche di esecuzione.

Il contesto socio-culturale e ambientale in cui sono vissuti e vivono gli abitanti di Bissuola, avrebbe richiesto uno studio particolarmente ampio e approfondito che andrebbe oltre i limiti di questo lavoro, pertanto ci si è limitati a qualche cenno anche riportando alcune significative testimonianze di parrocchiani residenti in parrocchia al tempo della sua istituzione.

È auspicabile che dalla lettura di questo lavoro sia anche possibile cogliere come l’arrivo di tante nuove famiglie abbia influito nella vita della parrocchia.

A tale proposito giova riportare quanto scrive in una Sua lettera il Cardinale Patriarca Marco Cè, dopo la Sua Visita Pastorale del dicembre 1984: “La vostra Comunità ha trent’anni di vita, non ha radici comuni in quanto sempre nuove aggregazioni si aggiungono, ciò nonostante ha una precisa fisionomia, le linee pastorali essenziali: la catechesi, la liturgia, la testimonianza di carità sono chiare e decise. Ho visto una buona partecipazione del Laicato”.

Eventuali omissioni su fatti e persone che hanno operato nella nostra Comunità sono dovute alla difficoltà di reperire notizie, specialmente per fatti meno recenti ed alla mancanza di documentazione oltre a quella citata.

Un vivo ringraziamento va rivolto a quanti hanno collaborato in qualsiasi modo per portare a termine questa pubblicazione.

Lino Dalla Valle