Il parroco

Don Liviano Polato


Nato a Mestre  il 28 . 01 . 1948 da Polato Gino e da Fusati Teresa abitanti nel rione Gazzera, via Gazzera  Alta  78, sposati nella Chiesa di S. Lorenzo Martire di Mestre il 19 . 07 . 1937, che avevano avuto già due figli Paolo ed Emilio nati rispettivamente nel 1938  e nel 1939.

E’ stato battezzato nella Parrocchia di S. Maria Ausiliatrice il 15 . 02. 1948 da don Iginio Benedetti.

Cresimato il  ( MANCA DATA gg.mm.aaaa) dal Patriarca Angelo Giuseppe Roncalli. Entrato in seminario patriarcale nell’ottobre del 1959 vi frequentò le scuole medie, il ginnasio, il liceo. Il 07.05.1967 indossò l’abito talare e successivamente ricevette gli ordini (allora si chiamavano così) minori; poi il suddiaconato e il 07.10. 72 il diaconato dalle mani del Patriarca Albino Luciani, che poi, il 10 marzo 1973 lo ordinò sacerdote.

Nel settembre del 1972 iniziò, da suddiacono, il primo servizio pastorale nella Parrocchia di S. Maria del Carmelo a Venezia, dove poi esercitò il diaconato e divenne sacerdote; ai Carmini rimase fino al settembre 1975 quando fu trasferito in terraferma, nella Parrocchia di S. Maria Goretti, dove rimase per 8 anni fino al successivo trasferimento al S. Cuore di Jesolo Lido per altri 5 anni. In data 01 settembre 1988 fu nominato “ad novem annos” parroco di S. Maria della Pace in Bissuola, incarico che esercita ancora. L’ingresso è avvenuto domenica 18 settembre 1988.


Una riflessione sul ministero

I MIEI PRIMI 35 ANNI

Un baleno!

Non è un modo di dire, ma se mi guardo alle spalle, mi pare che i miei primi 35 anni di sacerdozio siano passati come un baleno.

Mi sembra ieri, quel 10 marzo del 1973, quando nella sera di un giorno dal cielo limpidissimo, spazzato da un vento gagliardo, che portava ancora in sé i segni dell’inverno, ma che si apriva già alla primavera, ho ricevuto l’ordinazione sacerdotale per le mani del Patriarca Albino Luciani, poi Giovanni Paolo Primo.

Rivedo i volti di tante persone che ormai da tempo sono nel Signore, altri che ormai gli anni hanno segnato, altri che ormai sono adulti, nella vita.

In questo momento, mi viene spontaneo ripercorrere quelle strade che ho fatto di corsa e con l’entusiasmo di chi sta andando incontro a un’esperienza bellissima, anche se ritrovo situazioni che mi hanno fatto soffrire e penare, perché nella vita di tutti c’è il momento della gioia e della sofferenza, della vittoria e della sconfitta, della comprensione e dell’incomprensione, della comunione e della solitudine, della forza e della desolazione.

Di una cosa sono certo: è una strada che ripercorrerei ancora cento volte, senza rimpianti, perché è stata la “mia strada”.

Non posso non ringraziare le molte persone che il Signore mi ha messo accanto, che, con la parola, l’esempio, il consiglio hanno contribuito e contribuiscono tuttora alla mia formazione e a realizzare il mio “essere” di oggi: sono ben consapevole che tutto ho ricevuto e che di tutto sono debitore. Rivedo il volto dei miei genitori, di parecchi sacerdoti, ma anche i volti di molti uomini e donne semplici che ho incontrato nella vita e che mi hanno lasciato il loro segno: li porto veramente nel cuore là dove un posto speciale hanno le diverse comunità che in questi anni ho servito con amore, con generosità e, spero, con molta umiltà, ponendo prima il loro bene, al mio personale.

In tutti questi anni mi ha guidato una consapevolezza che mi viene dalla fede: non sono mai stato solo e la Provvidenza di Dio ha sempre guidato i miei passi. Gesù Buon Pastore mi ha cercato e guidato anche nella valle oscura del dubbio, dell’incertezza, dell’errore.

Ed ora è tempo di alzare ancora le vele e andare al largo, finché Dio vorrà. Non ho più l’entusiasmo e la forza della giovinezza, ma la consapevolezza dell’esperienza e della vita vissuta. Il Signore mi guidi a dare sempre il meglio di me stesso!

Grazie!

 

                                                                                              Don Liviano


Giugno 2015

“UNA LUNGA VOLATA”

Messaggio di fine anno pastorale

 

Stavo pensando a come il significato delle parole, dei gesti, dei fatti cambino, cambiando il

punto di vista. Spiego il perché di questa osservazione.

Avevo abbozzato un momento fa l’inizio di questo saluto di fine anno, scrivendo: “Anche

quest’anno ce l’abbiamo fatta!”. Ma mi son subito domandato: quale anno? Potremmo equivocare.

L’anno solare no, ha un altro andamento. Quello socio-economico no. L’anno liturgico nemmeno. Pensavo all’anno pastorale, anno breve, che va da settembre a giugno, durante il quale si svolgono la gran parte delle attività pastorali, anche se, come è stato sempre detto, la vita della Parrocchia è sempre attiva, come “la fontanella del villaggio” che dona sempre la sua acqua, anche in tempi di magra.

L’attività catechistica è finita con la grande serata del 28 maggio che ci ha visti giocare, pregare, mangiare insieme; con la sagra passata con la sua forza ciclonica, con “Segno di Unità” che chiude i battenti fino a settembre.

Siamo partiti a settembre dell’anno scorso con calma, come ogni partenza, ma poi le attività si sono moltiplicate su tutti fronti, soprattutto dal periodo di avvento dove è cominciata una lunga volata che ci ha portati al traguardo odierno. Dall’incontro con il Patriarca che ha aperto il 60° anniversario della nostra Comunità; al Natale e all’epifania, alla memoria di Francesca, che ci ha appassionato per un lungo periodo, alla celebrazione bellissima di “segni del tuo amore” con la cornice della sempre austera grandiosità della Settimana Santa e della Pasqua, al travolgente mese di Maggio con le prime Comunioni, le Cresime, i lustri di matrimonio, la processione, la sagra incastonata tra due Matrimoni di nostri ragazzi. Parlavo di lunga volata: ed in effetti non ci sono state soste, anzi spesso si sono sovrapposte diverse attività provocandoci un po’ di fiatone, ma con l’aiuto di tutti voi, siamo arrivati. Vi ringrazio di cuore, ma più di tutti vi ringrazia il Signore per aver voluto accettare di lavorare nella sua vigna con generosità, amore e disponibilità. Vi ringrazio tutti e se a qualcuno dovesse venire il magone perché non vede risultati, sappiate che il Signore vede al di là di quello che vediamo noi e fa germogliare i semi dove e quando

e quanto solo Lui lo sa: niente delle nostre fatiche, delle nostre conquiste e anche delle nostre sconfitte, andrà perduto: l’Apocalisse direbbe:”sono scritte nel libro della vita, quello che solo l’Agnello sa aprire e sa leggere”.

Siamo arrivati, riposiamoci un po’. Non dimentichiamo la preghiera, la messa, la lettura di qualche buon libro e diamoci appuntamento a settembre ricaricati per una sollecita ripresa delle diverse attività. Grazie a “Segno di Unità”, che cerca continuamente di essere la nostra voce e a Virgilio che, nonostante tutto, ce lo ha fatto trovare ogni settimana.

A tutti,BUONA ESTATE.

Don Liviano

Info


DON ANTONIO CONFESSA

Segnaliamo la disponibilità di don Antonio a confessare i fedeli che vogliano accostarsi al Sacramento della Riconciliazione durante le ss. messe domenicali, ma non a tutte e due nella stessa mattinata.

Don Antonio è presente alternativamente una domenica alla s. messa delle ore 9.30 e la successiva a quella delle 11.00.